Chiunque abbia intenzione di intraprendere una carriera nella ristorazione sa bene che una delle caratteristiche fondamentali di un ristorante è la posizione, ovvero la location: essa determina il successo del locale, come il suo fallimento. Dove è meglio aprire il proprio ristorante?
Successo di un ristorante: non solo posizione
Fino a poco più di dieci anni fa, la location di un ristorante combinata alla qualità della sua cucina determinavano le probabilità di successo o meno, stimate tra il 70 e l’80%. Chi apriva nel quartiere giusto e offriva piatti eccellenti, poteva essere sicuro di farcela in questo settore.
Oggigiorno, le cose sono cambiate. A cominciare da come si definisce il settore della ristorazione, ovvero food. Adesso, è la strategia di marketing con la gestione dell’attività a contribuire o meno al successo: entrambe contano al 60%. Tuttavia, non significa certo che la location sia passata in secondo piano, tutt’altro, però è bene considerare altri elementi per avviare un ristorante, un bar o una pizzeria, così come far rendere di più un’attività già avviata. L’insorgere di nuove esigenze ha portato alla nascita di alcuni fattori che hanno superato nettamente quelli che un tempo erano considerati importanti.
Che cos’è la location ristorante
La location, o posizione di un’attività di ristorazione, non è altro che il posto fisico in cui sta, però non si tratta solo della via, del numero civico o delle coordinate geografiche. Può essere inteso anche come l’esterno del locale, ovvero tutti gli spazi esterni, dall’area giochi per i bambini fino al parcheggio. Insomma, non è considerato location tutto ciò che si trova all’interno del ristorante, quindi il suo arredamento, però potrebbe essere considerato location un chiosco bar o gli eventuali posti a sedere esterni. Diventa naturale quindi pensare a determinati fattori prima di sottoscrivere un contratto di affitto, gestione o compravendita di questa attività.
Come scegliere la location adatta
Come per l’arredamento, anche la location deve essere coerente con l’idea che si ha di ristorazione. Ad esempio, si vuole aprire un locale in piena campagna per offrire cibo a km 0 e avere la possibilità di attirare famiglie con bambini, i quali potranno visitare gli orti e gli eventuali animali allevati, o buongustai che amano il cibo biologico, ma con un tocco rinomato.
Sicuramente non si può aprire al centro città, in quanto mancano gli spazi e non sarebbe neanche coerente con l’idea che si vuole trasmettere. Non va bene neanche un luogo troppo isolato, perché in primis si dovrà fare molta pubblicità con ogni mezzo per farsi conoscere, soprattutto se poco accessibile e visibile nelle mappe geografiche.
Peggio ancora se la zona non gode di una buona reputazione: non ci sarà esperto di Restaurant Business Coaching che potrà risollevare le sorti dell’attività. Meglio quindi la via di mezzo, ovvero trovare un locale in periferia che abbia anche pochi ettari di terreno intorno allo scopo di poter coltivare erbe aromatiche e ortaggi in proprio e allevare piccoli animali, se il regolamento comunale lo consente. Sicuramente, aprire un agriturismo in centro a Milano sarebbe da pazzi, così come portare un fast food in un paese di montagna in cui abiteranno solamente sei persone. La posizione conta e anche l’idea, per avviare la gestione in maniera coerente e lineare.
Altro fattore che può determinare un enorme successo è valutare quanta concorrenza si potrà avere, intesa come competitors che possono mirare allo stesso target di clientela. Se non è possibile avere zero concorrenti, bisogna saper fare delle strategie di marketing adeguate, allo scopo di stare due passi davanti ai propri avversari e guadagnare sempre più clienti.